
Italia meta estiva preferita dai turisti internazionali
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12/09/2023Il turismo in Italia alla prova del cambiamento climatico: le sfide da affrontare subito
L'Italia è una delle mete turistiche più ambite al mondo, con un mix invidiabile di città d'arte, paesaggi mozzafiato e ottima cucina. Ogni anno milioni di persone da tutto il globo visitano le meraviglie del Belpaese, dalla Torre di Pisa al Colosseo, passando per gli affreschi di Michelangelo e le spiagge della Sardegna.
Tuttavia, i cambiamenti climatici in atto rischiano di mettere a dura prova alcuni dei punti di forza su cui si regge l'industria turistica italiana. Le estati sempre più torride, con ondate di calore sempre più frequenti, potrebbero rendere meno piacevole visitare le grandi città d'arte italiane nei mesi estivi. Anche le classiche vacanze balneari potrebbero perdere appeal se le temperature continueranno a salire rendendo il clima mediterraneo troppo afoso.
La neve sempre più scarsa è già un grosso problema per molte località sciistiche del Nord Italia, soprattutto quelle a quote più basse. Se la stagione invernale dovesse accorciarsi drasticamente per l'aumento delle temperature, sarebbe un duro colpo per l'economia turistica della montagna, che rischia di perdere molti appassionati di sport invernali.
Ma i rischi non finiscono qui. L'innalzamento del livello dei mari, unito ai fenomeni di erosione costiera, minaccia molti tratti di litorale italiano. Le piccole spiagge più fragili rischiano di scomparire in pochi decenni. Anche la laguna di Venezia è a forte rischio a causa dell'acqua alta sempre più frequente che rende impraticabili molte zone della città.
Secondo alcune proiezioni, l'aumento medio delle temperature di 2°C potrebbe portare ad una riduzione degli arrivi di turisti internazionali in Italia fino al 15%, con perdite per il settore fino a 17 miliardi di euro l'anno. Con 4°C in più, la contrazione dei flussi turistici potrebbe addirittura raggiungere il 22%.
Cosa si può fare dunque per preservare l'attrattiva turistica dell'Italia ed evitare un tale scenario? Servono interventi di adattamento, come la creazione di aree verdi e ombreggiate nelle città per combattere il caldo torrido, oppure la protezione delle spiagge con barriere naturali. Ma anche un impegno concreto e rapido per ridurre le emissioni climalteranti e limitare il surriscaldamento globale.
Vediamo nel dettaglio quali sono le principali sfide e le possibili contromisure da mettere in atto da subito prima che sia troppo tardi.
Città d'arte: il rischio del "turismo mordi e fuggi"
Le ondate di calore record come quelle di questa estate stanno già spingendo molti turisti stranieri a ridurre la durata dei soggiorni nelle grandi città italiane durante i mesi più caldi. Roma, Firenze, Venezia rischiano di diventare mete da visitare solo in primavera e autunno, saltando i mesi estivi.
Per evitare questo effetto negativo, bisogna intervenire su più fronti. Aumentare il verde urbano, con parchi e alberature che creino zone d'ombra e raffrescamento naturale. Migliorare l'isolamento termico degli edifici, per ridurre il surriscaldamento interno. Potenziare il trasporto pubblico, per limitare il traffico veicolare che aggrava il fenomeno delle "isole di calore". Installare pannelli solari e mini-eolico sui tetti per rendere green l'energia utilizzata in città.
Solo rendendo le mete artistiche più vivibili anche d'estate si potrà evitare la migrazione dei flussi turistici verso il Nord Europa e mantenere alta l'attrattiva di Roma, Firenze e Venezia tutto l'anno.
Addio vacanze al mare? Occorre salvare le spiagge
L'aumento della temperatura dei mari italiani potrebbe rendere meno piacevole il soggiorno nelle località balneari nei mesi più caldi. Per non perdere i turisti del Sol Levante e del Nord Europa, che mal sopportano temperature tropicali, sarà necessario attrezzare gli stabilimenti con zone al coperto climatizzate dove potersi rinfrescare.
Ma la vera sfida sarà contrastare erosione e ingressione marina che minacciano molti litorali italiani. Negli ultimi 50 anni sono già spariti complessivamente quasi 25 km di spiagge. Entro il 2050 è previsto un ulteriore arretramento medio di 17 metri. Occorre dunque arginare il fenomeno con interventi di ripascimento e la costruzione di barriere soffolte per attenuare la forza delle onde.
Allo stesso tempo, sarà fondamentale limitare il consumo di suolo nelle zone costiere, per permettere alla spiaggia di arretrare naturalmente senza costringerla tra costruzioni e mare.
Stagione sciistica a rischio: serve un piano B
L'innevamento artificiale non potrà salvare le stazioni sciistiche sotto i 1800 metri di quota. Per queste realtà, la stagione invernale è destinata a ridursi drasticamente o addirittura a scomparire del tutto entro pochi decenni. Uno scenario che mette a rischio migliaia di posti di lavoro.
È necessario dunque un piano B per destagionalizzare l'offerta montana. Puntare su un turismo green che valorizzi i percorsi escursionistici, la mountain bike, le ciaspole. Promuovere le eccellenze enogastronomiche con itinerari per golosi alla scoperta dei prodotti tipici. Sfruttare meglio le terme e creare strutture ricettive ecosostenibili immerse nella natura.
Rendere più sostenibile l'intera offerta turistica
Oltre ad affrontare le emergenze specifiche, è indispensabile rendere più sostenibile l'intero settore del turismo, che oggi contribuisce per l'8% alle emissioni globali di CO2.
Incentivare l'uso del trasporto pubblico e della bici. Sostenere la riconversione green delle strutture alberghiere con sistemi ad alta efficienza energetica. Promuovere una gastronomia locale e di stagione che valorizzi i prodotti tipici riducendo gli sprechi. Puntare su un turismo che privilegi le bellezze naturali, artistiche e culturali, scoraggiando i viaggi predatori mordi e fuggi.
In sintesi, se vogliamo che l'Italia rimanga una meta ambita dai viaggiatori di tutto il mondo, dobbiamo agire subito per rendere il nostro territorio, e l'intero settore turistico, più resilienti ai cambiamenti climatici in atto. Solo così potremo continuare a offrire